Avrete sicuramente sentito parlare del microbiota intestinale, ma probabilmente nessuno vi ha mai spiegato bene di cosa si tratta. Cerchiamo di farlo noi in questo articolo, evidenziando anche i motivi per cui è bene controllarne lo stato attraverso un test specifico.
Microbioma e microbiota intestinale: cosa sono.
Facciamo chiarezza, anzitutto, tra due termini che spesso vengono confusi ma che non sono assolutamente sinonimi.
Il corpo umano ospita milioni di cellule microbiche, e tali popolazioni di cellule microbiche raggiungono la più alta densità nel comparto intestinale, dove formano una comunità microbica complessa conosciuta, appunto, come microbiota intestinale.
Il microbiota intestinale è quindi costituito dall’insieme di diversi microrganismi che coesistono nell’intestino, e la cui presenza favorisce la corretta funzionalità del distretto gastroenterico, mantenendo uno stato di benessere generale. Il microbioma, invece, può essere considerato come la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota, in sostanza parliamo dei geni che lo caratterizzano.
Le comunità microbiche principalmente presenti a livello intestinale sono appartenenti a differenti gruppi (Phyla):
Batteri Gram Positivi (sono quei batteri presentano una parete batterica ricca di peptidoglicano) come Firmicutes e BifidoBacteria, Batteri Gram negativi (batteri con una parete batterica contenente solo un 20% circa di peptidoglicano) come i Bacteroides. Oltre a questi potrebbero essere presenti, in qualità di commensali, alcune comunità fungine (Genere Candida) e Virali (per esempio Rotavirus e Adenovirus).
I batteri del genere Bifidobacteria, microrganismi a forma di bacilli, rappresentano marcatori biologici di salute del distretto intestinale. Sono fondamentali per il benessere dell’intestino, che colonizzano nei primi anni di vita di un individuo per aumentare con la crescita fino alla fase adulta. Dopo un periodo di permanenza più o meno stabile, con l’invecchiamento riducono progressivamente il loro potenziale e, di conseguenza, i benefici che apportano.
L’immunosenescenza e gli squilibri del microbiota.
Negli ultimi anni, la letteratura scientifica si è trovata unanime nello stabilire una relazione direttamente proporzionale tra il microbiota intestinale e il sistema immunitario. Con l’aumentare dell’età il microbiota tende a sviluppare squilibri nei phyla principali con un conseguente impatto sul sistema immunitario e ripercussioni sul benessere generale dell’individuo. Questo fenomeno, ormai noto alla maggior parte della popolazione, viene definito immunosenescenza.
Gli studi più recenti in materia di salute dell’intestino e benessere generale dell’organismo hanno evidenziato che un’alterazione dell’equilibrio dei batteri (chiamata disbiosi) a livello intestinale potrebbe avere un ruolo anche nell’insorgenza di intolleranze alimentari e addirittura di patologie autoimmuni in individui predisposti geneticamente. A oggi la disbiosi è ormai considerata come un marcatore di predisposizione ad allergie e intolleranze o ipersensibilità, sindromi metaboliche quali insulino resistenza, diabete, iperlipidemia e ipercolesterolemia, obesità, oltre a infezioni batteriche, fungine e virali resposabili di gastroenteriti.
Le principali funzioni del microbioma intestinale
Abbiamo visto cos’è, ora cerchiamo di capire quali sono le principali funzioni del microbioma intestinale.
- Funzione metabolica e trofica attraverso il processo di scomposizione dei grassi a catena lunga e il metabolismo dei carboidrati.
- Funzione immunologica/immunomodulante. Il termine inflammaging fa riferimento a un progressivo aumento del livello ematico di citochine e proteine infiammatorie accompagnato da una perdita di immunità protettiva nell’invecchiamento.
- Funzione antimicrobica/protettiva. A seguito di acidificazione della mucosa da parte dei Lattobacilli e la produzione di batteriocine si evita la sovracrescita dei lieviti e di germi commensali, conservando la barriera mucosale sana con giunzioni cellulari salde, ed evitando il passaggio di macromolecole o immunocomplessi che possono causare infiammazioni croniche localizzate.
Il microbioma intestinale è in grado di presiedere a tutte queste funzioni, a patto che si trovi in uno stato di equilibrio, definito eubiosi.
Test microbiota intestinale EUBIOMEGUT
EUBIOMEGUT è un test di screening che permette di studiare la composizione genetica del microbiota intestinale determinando lo stato di eubiosi o disbiosi. Il test EUBIOMEGUT fornisce una visione completa della composizione batterica Intestinale riportando i microrganismi più rappresentati nell’intestino, oltre a identificare i patogeni più comunemente responsabili di gastroenterite batterica.
Questo test molto approfondito permette l’identificazione dei principali agenti infettivi ad eziologia parassitaria, virale in pazienti pediatrici, anziani, o in pazienti di ritorno da soggiorni in zone tropicali, nonché la determinazione di patogeni causativi di tossinfezioni alimentari.
Grazie a EUBIOMEGUT, inoltre, è possibile ottenere informazioni utili per la pianificazione del percorso di benessere e nutrizionale ed è rivolto a pazienti con sintomatologia gastroenterica, con tendenza ad obesità, con sindrome metabolica e con patologie autoimmuni.
Perché Eubiomegut è da preferire rispetto ai test classici
Rispetto ai test classici più comunemente proposti, EUBIOMEGUT presenta una serie di vantaggi nel rilevamento dei patogeni causativi di gastroenterite.
La coltura microbiologica classica è l’attuale metodica di riferimento per la valutazione della popolazione batterica del tratto gastrointestinale, tuttavia potrebbe essere non risolutiva nella definizione di disbiosi, in particolare per la rilevazione di germi con particolari esigenze colturali. Eubiomegut, invece, applica una valutazione molecolare del microbioma, che consente di rilevare la presenza anche di batteri di difficile coltivazione, che necessitano di terreni arricchiti e selezionati.
I limiti della coltura microbica si riflettono inevitabilmente sulla diagnosi di disbiosi che può essere sottostimata con le metodiche classiche.
EUBIOMEGUT, utilizzando approcci di microbiologia molecolare, rappresenta quindi un utile supporto nel percorso diagnostico delle infezioni del tratto gastrointestinale e nella valutazione dello stato di disbiosi.
A chi è consigliato il test EUBIOMEGUT
EUBIOMEGUT è particolarmente indicato in caso di:
- Pazienti con sintomatologia gastroenterica (coliti,diarrea ricorrente,stipsi,cistiti,uretriti)
- Pazienti con allergie o sensibilità o intolleranze alimentari
- Pazienti con sindrome metabolica
- Pazienti con suscettibilità a patologie autoimmuni
- Pazienti con diagnosi di morbo celiaco
- Pazienti che approcciano un percorso nutrizionale
- Pazienti in menopausa con importanti cambiamenti ormonali e metabolici
In generale, il test del microbiota intestinale Eubiomegut è consigliato a tutti coloro che ricercano uno stato di benessere, anche in assenza di specifiche indicazioni cliniche.
I risultati del test
Il referto di EUBIOMEGUT fornisce informazioni sull’ambiente microbico intestinale, producendo i seguenti possibili risultati:
- Stato di permeabilità intestinale, ricavato dalla concentrazione relativa dei microorganismi appartenenti ai Phyla Firmicutes e Bacteroides.
- Indice di disbiosi. Viene descritto lo stato e il grado di disbiosi calcolato come rapporto delle comunità microbiche Firmicutes vs Bacteroides.
- Descrizione delle popolazioni microbiche. Viene descritta la popolazione microbica a livello di Phyla presente nel campione analizzato, e confrontato con un soggetto sano. In base al rapporto Firmicutes/Bacteroides viene valutato il rischio specifico di suscettibilità a patologie infiammatorie e l’efficienza metabolica nella digestione di carboidrati e acidi grassi. Viene descritta anche la biodiversità batterica in termini di specie. Maggiore è l’indice di biodiversità, maggiore è lo stato di benessere della mucosa intestinale.
- Presenza/assenza di batteri associati a gastroenterite o tossinfezioni alimentari.
- Il pannello delle gastroenteriti e del microbioma intestinale viene completato con la ricerca degli agenti infettivi ad eziologia virale, agenti infettivi ad eziologia parassitaria ed agenti ad infezione fungina.
Metodo di analisi del test
L’analisi prevede l’estrazione del DNA dal campione biologico, seguita da amplificazione del DNA mediante PCR e successivo sequenziamento delle regioni ipervariabili del gene batterico 16S che codifica per l’RNA ribosomiale 16S: il 16S è un gene dell’RNA specifico di ogni batterio che serve a produrre i ribosomi, responsabili della sintesi proteica. Identificarlo significa risalire alla singola specie batterica.
Il gene batterico 16S del rRNA, conservato in tutti i batteri, presenta nove regioni variabili con le sequenze del DNA specie-specifiche. L’analisi delle regioni V3 e V4 permette l’assegnazione tassonomica e la quantificazione relativa di ogni batterio presente in un campione. Le sequenze genetiche risultanti sono analizzate attraverso un’analisi bioinformatica. I microorganismi ad eziologia Fungina (Candida Spp), virali, e parassitarie sono identificati mediante amplificazione genica con sonde target specifiche per ogni patogeno, con metodica real time PCR, mediante l’utilizzo di Kit commerciali CE-IVD.
Come per qualsiasi esame il nostro consiglio è sempre di affrontare il test sotto controllo medico, e di valutare i risultati con l’aiuto dello specialista nel contesto clinico complessivo. Per qualsiasi chiarimento potete contattarci e saremo lieti di fornirvi tutte le informazioni necessarie.