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Calprotectina Fecale: monitora l’infiammazione intestinale e previeni eventuali patologie.

Calprotectina fecale

Ci sono diversi esami e accertamenti che vengono eseguiti nell’ottica di prevenire malattie e patologie. In generale, tutte le indagini che rilevano eventuali stati infiammatori sono molto importanti proprio perché l’infiammazione può essere un campanello d’allarme da non sottovalutare. Tra queste indagini la calprotectina fecale è un biomarcatore non invasivo utilizzato principalmente per rilevare e monitorare l’infiammazione intestinale.

Cos’è la calprotectina fecale

La calprotectina fecale è una proteina prodotta dai globuli bianchi (neutrofili) che aumenta nelle feci in caso di infiammazione intestinale. Viene utilizzata come indicatore non invasivo per distinguere tra malattie infiammatorie croniche intestinali (come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa) e disturbi funzionali (come la sindrome dell’intestino irritabile).

Un valore elevato suggerisce un’infiammazione intestinale attiva e può portare il medico a richiedere ulteriori indagini, mentre un valore basso è associato ad assenza di infiammazione, o è compatibile con sintomi funzionali come la sindrome dell’intestino irritabile.

A cosa serve il test della calprotectina fecale

Il dosaggio della calprotectina fecale è un esame utile in diversi casi. Può essere prescritto dal medico per:

  • Differenziare le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD, come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa) dalle patologie funzionali, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), dove i livelli rimangono generalmente normali.
  • Monitorare l’attività della malattia e la risposta al trattamento nei pazienti con IBD diagnosticate.
  • Evitare, in alcuni casi, procedure diagnostiche più invasive come la colonscopia, se i valori sono normali (alto valore predittivo negativo). 

Come viene eseguito l’esame

L’esame viene eseguito su un campione di feci, e in laboratorio esistono due approcci principali per misurare la calprotectina fecale: l’esame qualitativo e quello quantitativo. La differenza fondamentale sta nel tipo di informazione che forniscono.

Calprotectina Qualitativa (Test Positivo o Negativo)

Il test qualitativo è un tipo di analisi che fornisce un’informazione non numerica. Si tratta di un test rapido, spesso usato come screening. Non fornisce un numero, ma solo un’indicazione binaria:

  • Negativo: La calprotectina è al di sotto di una soglia predefinita (ad esempio < 50µg/g)
  • Positivo: La calprotectina è al di sopra di quella soglia.

Vantaggi/Limiti

  • Vantaggi:

Può essere utilizzato per uno screening rapido (a volte come point-of-care test, cioè, eseguito direttamente nell’ambulatorio medico) per escludere velocemente la presenza di infiammazione. Si tratta di un test meno costoso del test quantitativo

  • Limiti: Non è utile per il monitoraggio. Se il risultato è positivo, non sappiamo se

l’infiammazione è lieve o grave.

Calprotectina Quantitativa (Il gold standard)

Il test quantitativo è un test di laboratorio, è quello più comunemente utilizzato e raccomandato per la diagnosi e il monitoraggio, ed è fondamentale per la diagnosi e il follow-up delle malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD). Restituisce un valore numerico esatto della concentrazione di calprotectina nelle feci, espresso in microgrammi per grammo (µg/g)

Vantaggi Principali

  1. Diagnosi Differenziale: è fondamentale per distinguere tra le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (IBD), che causano valori generalmente molto alti, e i disturbi funzionali come la Sindrome del Colon Irritabile (IBS), dove i valori restano normali o poco mossi.
  2. Monitoraggio della Gravità: un valore numerico preciso permette al medico di correlare il livello di infiammazione con la gravità della malattia (attività lieve, moderata o grave).
  3. Monitoraggio della Terapia: permette di monitorare nel tempo l’efficacia della terapia. Se il farmaco funziona, il valore di calprotectina dovrebbe scendere.

Ovviamente si tratta di un test più costoso del test qualitativo.

In Conclusione

Nella pratica clinica, soprattutto in caso di sospetto di IBD o per il monitoraggio di una malattia già nota, l’esame quantitativo è quasi sempre preferito per la sua elevata precisione e utilità nel prendere decisioni terapeutiche.

Valori normali e interpretazione

I valori di riferimento possono variare leggermente a seconda del laboratorio, ma in generale possiamo considerare questi range:

  • Valori normali/negativi: Inferiori a 50 µg/g di feci. Un risultato normale indica con alta probabilità l’assenza di un’infiammazione intestinale significativa.
  • Valori positivi/elevati: Superiori a 50 µg/g. Un valore elevato richiede ulteriori indagini diagnostiche per determinarne la causa.

Calprotectina fecale elevata: possibili cause

Come già detto valori elevati di calprotectina fecale indicano quasi sempre la presenza di infiammazione intestinale attiva.

Le cause possono essere diverse, tra cui:

  • Malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD): Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa sono le cause più comuni di valori significativamente elevati.
  • Infezioni batteriche intestinali: Alcune infezioni possono scatenare una risposta infiammatoria.
  • Diverticolite
  • Enteriti o coliti acute
  • Neoplasie del tratto gastrointestinale (sebbene non sia un marcatore tumorale specifico).
  • Parassitosi
  • Uso di Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS).
  • Celiachia attiva (in alcuni casi)

È importante sottolineare che il test non è specifico per una singola patologia, ma è un indicatore generico di infiammazione. I risultati devono essere sempre interpretati insieme ad altri sintomi da un medico nel contesto clinico del paziente.

Quando i valori sono lievemente o moderatamente alti (50-120 µg/g)

Un valore leggermente sopra la norma non indica automaticamente una Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale (IBD), ma suggerisce la presenza di infiammazione.

In questi casi è bene procedere come segue:

Rivalutazione Clinica

Il medico esamina i sintomi attuali (diarrea, dolori, sangue nelle feci, ecc.).

Esclusione di Cause Transitorie

Il medico potrebbe chiedere se recentemente sono stati assunti FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) o se hai avuto un’infezione gastrointestinale (gastroenterite). Queste sono cause comuni e temporanee di aumento.

Ripetizione dell’Esame

Spesso, il medico può richiedere di ripetere l’esame dopo 4-8 settimane per vedere se il valore si è normalizzato spontaneamente o se persiste l’infiammazione.

Quando i valori sono molto alti (>120 µg/g o superiori)

Valori significativamente alti aumentano il sospetto di una Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale (IBD) come il Morbo di Crohn o la Rettocolite Ulcerosa, o di altre patologie intestinali gravi. A questo punto le azioni successive potrebbero essere le seguenti:

Esami del Sangue

Il medico richiederà analisi del sangue per valutare altri marcatori di infiammazione (come la Proteina C Reattiva, PCR e la Velocità di Eritrosedimentazione, VES) e per controllare eventuali carenze (ad esempio ferro/anemia).

Indagini Endoscopiche

L’esame di elezione per confermare la diagnosi è la Colonscopia con biopsia. Questo permette al medico di visualizzare direttamente la mucosa intestinale e di prelevare campioni di tessuto (biopsie) per l’analisi istologica e confermare la natura dell’infiammazione.

Altri Esami di Imaging

A seconda dei sintomi, potrebbero essere richiesti esami come la Entero-RM (Risonanza Magnetica dell’intestino tenue) o la Capsula Endoscopica per studiare il tratto intestinale non raggiungibile dalla colonscopia.

Differenza tra il Morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa (RCU)

Abbiamo già evidenziato l’importanza dell’esame della calprotectina fecale per diagnosticare, tra le altre, due patologie come il Morbo di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa (RCU). Vediamo ora qual è la differenza tra queste due malattie, considerate le due principali Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (IBD) che causano l’aumento della calprotectina.

Ecco un confronto dettagliato in una tabella per rendere le differenze chiare e immediate:

CaratteristicaMorbo di Crohn (MC)Rettocolite Ulcerosa (RCU)
LocalizzazionePuò colpire qualsiasi tratto del tubo digerente, dalla bocca all’anoÈ limitata al colon (intestino crasso) e al retto
DistribuzioneInfiammazione a chiazze (discontinua). Aree sane alternate ad aree malate (“skip lesions”)Infiammazione continua, parte sempre dal retto e risale verso il colon
ProfonditàInfiammazione transmurale, coinvolge tutti gli strati della parete intestinaleInfiammazione superficiale, limitata a mucosa e sottomucosa
Complicanze comuniFistole, stenosi, ascessiSanguinamento rettale, megacolon tossico
Sintomi predominantiDolore addominale, diarrea cronica, perdita di peso. Frequenti complicanze perianali (fistole, ragadi)Diarrea con sangue e muco, tenesmo (urgenza evacuativa)
Coinvolgimento extra-intestinaleComune: articolazioni, pelle, occhi, fegato. Coinvolgimento anale frequenteComune, ma meno frequente il coinvolgimento anale

In sintesi, per riassumere questa comparazione e definire qual è la differenza chiave tra le due patologie, potremmo dire che il Morbo di Crohn è paragonabile a un guerriero che attacca ovunque e affonda il colpo in profondità, creando danni estesi in sezioni alternate; la Rettocolite Ulcerosa è, invece, più simile aun “marciatore” che parte dal basso (retto) e si espande verso l’alto, infiammando solo la superficie interna del colon in modo continuo.

Queste differenze nella localizzazione e nella profondità sono quelle che un gastroenterologo cerca di distinguere durante la colonscopia (con la posizione delle ulcere) e tramite l’analisi delle biopsie.

Cosa NON fare in attesa della valutazione medica

Una volta ricevuto l’esito dell’esame della calprotectina fecale è molto importante non auto-diagnosticare. Evitate di trarre conclusioni affrettate o, peggio ancora, di consultare informazioni online: spesso i risultati ottenuti da una ricerca nel web sono frutto di disinformazione che può portare a trarre conclusioni errate o ad allarmarsi senza motivo. Come per tutti gli esami effettuati solo il medico può fornirvi un quadro completo e, di conseguenza, una vera diagnosi.

È altrettanto importante non interrompere o iniziare terapie. Non modificate la dieta o un’eventuale terapia farmacologica abituale senza aver prima consultato uno specialista.

Ricordiamo, infatti, che è sempre bene presentare i risultati di qualsiasi accertamento al proprio medico curante o al gastroenterologo per la corretta interpretazione e la pianificazione delle eventuali azioni successive.

Nel nostro laboratorio eseguiamo sia l’esame qualitativo sia l’esame quantitativo della calprotectina fecale: contattaci per ricevere tutte le informazioni e per prenotare i tuoi accertamenti.

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